Arte Povera

Pistoletto è considerato uno dei protagonisti dell'Arte Povera. Innanzitutto per le sue opere: dagli Oggetti in meno (1965-1966), che precedono la nascita ufficiale del movimento, avvenuta nell’ottobre del 1967, a quelle come la Venere degli stracci (1967) che ne costituiscono quasi l'emblema.
La Venere degli stracci è realizzata utilizzando una copia in cemento della Venere con pomo dello scultore neoclassico Bertel Thorvaldsen, che si ispira alla leggendaria Afrodite cnidia di Prassitele del 360 a.C., primo nudo femminile dell'arte greca, andata perduta e nota solo attraverso le innumerevoli statue che in epoca greca, romana e nel corso dei secoli successivi vi si sono rifatte. Pistoletto, dopo averne acquistato una copia da un rivenditore di statue da giardino, la porta nel suo studio e la pone a sorreggere un mucchio di stracci che egli utilizzava usualmente per pulire le superfici dei Quadri specchianti. L'accostamento degli stracci e della statua della Venere, posta di spalle come molte delle figure dei primi Quadri specchianti, produce così una dialettica di polarità simile a quella che caratterizza gli stessi Quadri specchianti: una figura fissa, in questo caso la statua che raffigura un ideale di imperitura bellezza tramandato attraverso i secoli, e una molteplicità di oggetti potenzialmente infinita e sempre cangiante, rappresentata dagli stracci, simbolo di scarto e degrado. Molteplici significati verranno successivamente attribuiti a questi stracci nel corso del tempo (consumismo, riciclo, emarginazione sociale) contestualmente all'evolversi della ricezione della stessa Venere degli stracci.
Tra le opere con gli stracci vanno ricordate Orchestra di stracci e Monumentino, entrambe del 1968. L'Orchestra di stracci è un'opera multisensoriale che oltre alla vista coinvolge udito e olfatto, grazie al suono prodotto dai bollitori e dai richiami per uccelli collocati sui suoi beccucci e all'odore sviluppato dall'azione del vapore sugli stracci. Monumentino, in una prima versione costituita da una vecchia scarpa appoggiata su una pila di mattoni non ancora foderati di stracci, è visibile nell'azione l'Uomo ammaestrato a Vernazza nel maggio del 1968. Nelle azioni dello Zoo, gruppo formato da Pistoletto tra il 1968 e il 1970, peraltro, gli stracci comparivano sia come indumenti indossati dai membri del gruppo, ricavati dal riciclo di abiti usati, sia come materiali utilizzati nel corso delle azioni. Una seconda versione di Monumentino, la prima in cui compaiono i mattoni foderati di stracci, è esposta da Pistoletto nell'ottobre del 1968 all'interno degli Arsenali di Amalfi in occasione della storica mostra “Arte Povera + Azioni Povere”, nella quale gli stracci sono impiegati da Pistoletto anche per un'installazione site specific all'interno delle antiche rovine romane trovate nel suo spazio espositivo.
Altre importanti opere di Pistoletto considerate come rappresentative dell'Arte Povera sono quelle realizzate con la luce e i suoi riflessi nel dicembre del 1967 (Candele, Riflessi sul muro, Quadro di lampadine e Tenda di Lampadine), Slitta di acqua e sapone (1968) e Labirinto (1968), realizzato con quello stesso cartone ondulato utilizzato nel 1965 per Pozzo, uno degli Oggetti in meno.

Non meno importante delle opere è il suo ruolo di catalizzatore, svolto fin dai primi anni Sessanta, del gruppo di artisti torinesi - e di ponte fra questi e quelli romani - che daranno vita all'Arte Povera. Lo stesso teorico dell'Arte Povera, Germano Celant, gli riconoscerà tale funzione: “Come intellettuale il suo ruolo è stato quello di intrecciare uno spartito europeo di contatti tra artisti, facilitando la mostra delle Armi di Pino Pascali [nel gennaio del 1966 a Torino] e la conoscenza dell’arte italiana, mediante la creazione del Deposito D’Arte Presente e, in seguito, di una collezione d’artista, quanto rendendo possibile il dialogo tra gallerie, in particolare Ileana Sonnabend e Gian Enzo Sperone, che ha dato avvio alla circolazione della Pop Art in Italia e dell’Arte Povera in Francia, Germania e Stati Uniti.”
(G. Celant, in Un’avventura internazionale, Charta, Torino 1993, p. 14)
In tal senso si possono ricordare alcune mostre che precorrono la prima mostra in cui compare il termine “Arte Povera”, ovvero la mostra “Arte Povera - Im Spazio” tenutasi nel settembre del 1967 alla Bertesca di Genova: nel dicembre del 1966 la mostra “Gilardi, Pistoletto, Piacentino, Fabro” nella filiale milanese della Galleria Sperone; nell'aprile del 1967, presso la sede torinese della Galleria Sperone, una mostra che mette assieme alcuni futuri artisti torinesi, romani e milanesi dell'Arte Povera con artisti statunitensi della Pop Art e Minimal Art: “Flavin, Rosenquist, Chamberlain, Warhol, Fontana, Pistoletto, Gilardi, Piacentino, Fabro, Pascali, Anselmo, Zorio”; infine nel giugno del 1967 la storica mostra “Lo spazio degli elementi. Fuoco, immagine, acqua, terra”, presso la galleria romana L'Attico di Fabio Sargentini, in cui espongono Bignardi, Ceroli, Gilardi, Kounellis, Pascali, Pistoletto e Schifano.

Il Deposito D'Arte Presente cui fa riferimento Celant è l'esperimento pionieristico, portato avanti tra la fine del 1967 e la prima metà del 1969, di un grande spazio, un'ex autorimessa, che alcuni collezionisti e imprenditori torinesi, coordinati dal collezionista Marcello Levi, rispondendo a una proposta di Pistoletto e Sperone, avevano affittato e messo a disposizione degli artisti, affinché questi potessero creare ed esporre in uno spazio adeguato alle nuove opere che stavano producendo e svincolati dalle leggi di mercato. Vi lavorarono gli artisti dell'Arte Povera e vi si svolsero mostre, performance e spettacoli teatrali. Lo Zoo vi realizza, il 16 dicembre 1968, insieme al gruppo MEV, lo spettacolo di improvvisazione teatrale e musicale Play, preceduto il giorno prima da una processione musicale, Teatro baldacchino, attraverso le strade del centro di Torino.

La collezione nominata da Celant è invece quella di opere di artisti dell’Arte Povera che Pistoletto acquisisce ed espone, tra il 1970 e il 1971, in un grande appartamento a Torino, in via Provana, affittato da Pistoletto in questi anni appositamente a tal fine e utilizzato simultaneamente come luogo espositivo e abitativo.

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Venere degli stracci, 1967
Venere degli stracci, 1967
Arte Povera + Azioni Povere, 1968
Orchestra di stracci, 1968
Monumentino, 1968
Slitta di acqua e sapone, 1968
Colonne di stracci, 1968
 MICHELANGELO PISTOLETTO
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