La scultura

Pistoletto nutre fin da ragazzo una passione per la scultura. A quattordici anni acquista a rate un’antica scultura lignea, una Madonna del Quattrocento, la prima di una collezione che egli arricchirà nel corso degli anni. Nel 1965-1966 questa scultura, collocata all'interno di un parallelepipedo in plexiglass arancione che la ricopre parzialmente, diventa uno degli Oggetti in meno.
A partire dal 1967 utilizza calchi di sculture classiche per alcune sue opere come la Venere degli stracci (1967), Dono di Mercurio allo specchio (1971), Uomo che fugge lo specchio (1971), o L’Etrusco (1976).
Opere come L’Annunciazione (1980), in cui al calco di una statua è applicata una seconda figura in poliuretano, e Il gigante (1981), che sovrappone calchi di statue diverse, preannunciano la successiva produzione di vere e proprie opere scolpite, realizzate in poliuretano rigido, materiale scelto per la velocità di esecuzione che esso consente. Il primo gruppo di sculture in poliuretano, La natività, viene realizzato dall’artista utilizzando blocchi di poliuretano policromi, per una sua personale a New York presso la Galleria Salvatore Ala nel novembre del 1981. Successivamente le sculture assumono sempre più l’aspetto di una elaborazione e condensazione di frammenti, recuperati come “oggetti trovati” nella memoria della tradizione scultorea, aspetto particolarmente evidente in opere come L’Acrobata (1982) o Albero (1983). A partire dal 1984, in occasione della mostra personale al Forte del Belvedere di Firenze, verrà usato il marmo per riprodurre in grandi dimensioni le sculture in poliuretano. Poliuretano e marmo saranno usati anche insieme, sovrapposti, nel gruppo scultoreo Le quattro stagioni (1985).

“Fare della memoria un grande “excursus”, una lunga penetrazione nel tempo come scomposizione e ricomposizione della scultura-anima sociale dell'arte. Ritrovo il termine “scultura” recuperando il gesto stesso dello scolpire, cioè dello scavare. [...] L'ho fatto scavando il poliuretano, un mezzo più rapido, più vicino e più ironico. Ho assunto la scultura come monumentalità morta, inerte, per metterla in condizione di instabilità, di mancanza di controllo, di peso, di significato, quindi risuscitarla e riviverla. [...] Bisogna avere il coraggio di lasciare uscire tutto lo “spurgo” della raffigurazione scultorea, che è stata comunque il centro della società di tutti i secoli. Però uno “spurgo” che, come gli “stracci” e i calchi, riprende vita, perché nulla può più essere cadavere. Ho distrutto tutto il tempo attraverso questo lavoro di pochi anni, che diventa come fare di tutte le sculture una sola scultura.”
(M. Pistoletto, intervista con G. Celant, in G. Celant, Pistoletto, Fabbri, Milano 1992, pp. 182-183)

“Esiste un'anima comune alle sculture giganti dell'Isola di Pasqua, ai legni medievali e ai marmi di Michelangelo, ed è questa che io voglio ritrovare oggi nella scultura. Questo termine “scultura” si concentra oggi sulla questione anima o non anima, cioè centro o non centro, pieno o vuoto, dio o non dio. Al monoteismo contrappongo in ogni frammento un centro, occupo il vuoto spaziale e ambientale dell'arte degli anni Settanta con la consistenza di una forma piena; tramuto il moto esplosivo della dispersione in una dinamica che tende a riavvicinare e unire i frammenti della moderna deflagrazione.”
(M. Pistoletto intervistato da Bruno Corà in Costellazione, catalogo della mostra, Galleria Giorgio Persano, Torino, 1983)

scarica il testo di Michelangelo Pistoletto "Anima" (PDF)

clicca sulle immagini
per ingrandire
Venere degli stracci, 1967-1974
L’etrusco, 1976
Annunciazione, 1980
Il gigante, 1981
Dietro-front, 1981
La natività, 1981
La natività, 1981
Portatore di zucche, 1981
Il corridore, 1981
Visitatore con mantello, 1981
La mano, 1981-1982
La testa, 1981-1982
La spalla, 1981-1982
L’acrobata, 1982
La caduta, 1983-1991
Doppia figura, 1982
Gigante bianco, 1982
L’albero, 1983
Figure che guardano nel pozzo, 1983
Il gigante, 1981-1983
Dietrofront, 1981-1984
Rosa trafitta, 1982-1983
Teste rosse, 1984
Figura che si guarda, 1983-1984
Persone nere, 1984
Genio del tempo, 1984
Alter-Ego, 1984
Le quattro stagioni, 1983-1985
 MICHELANGELO PISTOLETTO
Opere