Oggetti in meno

Tra il dicembre del 1965 e il gennaio del 1966 produce ed espone nel proprio studio-abitazione, una ex tipografia dove nel frattempo Pistoletto è andato ad abitare, un nuovo gruppo di opere che prende il nome di Oggetti in meno. Creati attraverso un processo di lavoro legato alla dimensione temporale della contingenza, ciascuno diverso dall'altro come se si trattasse di una mostra collettiva, gli Oggetti in meno infrangono il dogma che vuole l’opera di un artista stilisticamente riconoscibile come un marchio commerciale standardizzato. Sono inizialmente accolti freddamente dalla critica e fonte di incomprensione nei confronti dei galleristi. Per il critico Germano Celant, che visita la mostra e intrattiene con Pistoletto in questi anni un’assidua frequentazione, gli Oggetti in meno costituiscono una tappa fondamentale nella nascita dell’Arte Povera, come lo stesso Celant scriverà nel suo manifesto programmatico Arte Povera. Appunti per una guerriglia, pubblicato sulla rivista “Flash Art” nel novembre 1967.
La prima presentazione di alcuni degli Oggetti in meno al di fuori dello studio dell'artista è stata la mostra “Arte abitabile”, tenutasi nel giugno del 1966 presso la galleria Sperone di Torino, realizzata assieme a Piero Gilardi e Gianni Piacentino. Nel dicembre di quello stesso anno Pistoletto crea alcune "versioni" degli Oggetti in meno, caratterizzate dalla presenza di elementi specchianti, che verranno esposti alla galleria La Bertesca di Genova. Sul catalogo di tale mostra comparirà anche un importante testo di Pistoletto dedicato agli Oggetti in meno.

Nel corso degli anni successivi alcuni degli Oggetti in meno sono stati esposti in occasione di diverse sue mostre personali e collettive. Sarà tuttavia a partire dell'esposizione dell'intero gruppo degli Oggetti in meno riuniti assieme per la mostra omonima alla Kunsthalle di Berna e alla Wiener Secession del 1989-1990, accompagnate dalla pubblicazione di un libro ad essi specificamente dedicato, e della loro successiva presentazione alla documenta di Kassel del 1997, che gli Oggetti in meno otterranno un adeguato e crescente riconoscimento.

Negli Stati Uniti gli Oggetti in meno sono stati esposti per la prima volta nel 1979 al Los Angeles Institut of Contemporary Art, successivamente nel 1988 al P.S.1 Museum di New York, nel 2010 al Philadelphia Museum of Art, nel 2013 alla Luhring Augustine Bushwick Brooklyn di New York. Al catalogo di quest'ultima mostra si rimanda per una storia espositiva degli Oggetti in meno e la trascrizione di due dialoghi tra Pistoletto, Germano Celant e Carlos Basualdo svoltisi durante la mostra.

“Mi pare, con i miei recenti lavori di essere entrato nello specchio, entrato attivamente in quella dimensione del tempo che nei quadri specchianti era rappresentata. I miei recenti lavori testimoniano la necessità di vivere e agire secondo questa dimensione, cioè secondo l'irripetibilità di ogni attimo, di ogni luogo e quindi di ogni situazione presente [...] I lavori che faccio non vogliono essere delle costruzioni o fabbricazioni di nuove idee, come non vogliono essere oggetti che mi rappresentino, da imporre o per impormi agli altri, ma sono oggetti attraverso i quali io mi libero di qualcosa - non sono costruzioni ma liberazioni - io non li considero oggetti in più ma oggetti in meno, nel senso che portano con sé un’esperienza percettiva definitivamente esternata.”
(M. Pistoletto, Gli oggetti in meno, op. cit.)

“Arrivato alla fine del 1964, Leo Castelli mi dice: sbrigati a fare quadri perché sono stati tutti venduti e piazzati nei musei, voglio fare una tua mostra subito. Allora ho lavorato come un matto, sono partito e arrivato a New York, mi ricordo che nel taxi c’erano, da una parte Solomon, che aveva curato il padiglione americano alla Biennale di Venezia del 1964, quando aveva vinto Rauschenberg, e dall’altra Leo Castelli. Quest’ultimo afferma: “Senti, devi venire negli Stati Uniti oppure per te qui non c’è più niente da fare. Stai avendo un grande successo, però o entri nella nostra grande famiglia o non è possibile continuare [...]” Questo per dire come sia ritornato in Italia a fare gli Oggetti in meno e abbia reagito a una concezione di mercato che rendeva potente un dominio culturale e pratico che ti forzava a sentirti o parte di un clan o solo. Ho scelto di essere solo, perché forte della mia convinzione che quanto avevo sviluppato era un lavoro nato su un territorio culturale non diseredato, ma di profonda eredità.”
(M. Pistoletto, intervista con G. Celant, op. cit., p. 31)

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Oggetti in meno
Oggetti in meno
Oggetti in meno
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Rosa bruciata
Colonne di cemento
Paesaggio
Lampada a mercurio
Piramide verde
Specchio
Pozzo
Semisfere decorative
Teletorte
Bagno
Mobile
Fontana luminosa
Mica
Ti amo
Struttura per parlare in piedi
Letto
Vetrina
Corpo a pera
Casa a misura d'uomo
Sfera sotto il letto
Scultura lignea
Foto di Jasper Johns
Sarcofago
Sfera di giornali
Grande sfera di giornali
Metrocubo d'infinito

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